Il 20 e il 21 settembre 2020 gli italiani saranno chiamati, attraverso il referendum confermativo, ad esprimersi in merito alla riforma della costituzione il cui testo prevede la modifica agli articoli 56 e 571 andando a ridisegnare la composizione del parlamento italiano: 230 deputati e 115 senatori verranno tagliati a fronte di un risparmio di circa 82 milioni di euro all’anno2.
IL PROBLEMA RAPPRESENTATIVITÀ
Se vincesse il SI il problema della rappresentanza dei cittadini sarà grave soprattutto per alcune regioni, prendiamo ad esempio il caso della Lombardia che, con una popolazione pari a circa 10.100.000 abitanti, alla camera avrà un rappresentante ogni 160.000 abitanti, mentre il Trentino con una popolazione di 1.000.000, alla camera, il rapporto sarà invece di 1 parlamentare ogni 140.000 abitanti. Ma è al Senato che la differenza è molto marcata: nel caso della Lombardia avremo 1 rappresentante ogni 326.000 abitanti mentre in Trentino, ci sarà 1 rappresentante ogni 167.000 abitanti, sollevando non pochi dubbi in merito all’eguaglianza tra i cittadini sancita dalla Costituzione: è giusto che un cittadino lombardo valga meno di un cittadino trentino? Ovviamente la domanda è retorica ma evidentemente chi ha scritto questa riforma non se l’è posta.

IL TRACOLLO DELLA DEMOCRAZIA
Negli ultimi anni abbiamo sempre più spesso assistito ad una riduzione dei poteri del Parlamento a favore di un rafforzamento del potere esecutivo, la riduzione del numero dei parlamentari può essere letta da molti e dare la sensazione che il Parlamento conti sempre di meno e che in fin dei conti non serva a niente essere rappresentati adeguatamente promuovendo ancora di più l’allontanamento dei cittadini dalla politica, dalla “cosa pubblica”, e viceversa.
Avere più parlamentari significa anche avere più difese contro lo strapotere delle lobby ed offrirci un minimo di garanzia di autonomia e indipendenza, in un mondo orientato al capitalismo liberista incentrato sulla mercificazione del tutto, quest’ultimo salvagente è bene conservarlo gelosamente.
Purtroppo la dissolutezza della politica ha permesso che in molti si insinuasse il sentimento antipolitico alimentato da un populismo e un qualunquismo dilagante, ciò ha portato molti a considerare la politica un luogo di corruzione e di conseguenza a desiderare uomini forti che comandino.
La politica non dovrebbe invece essere emarginata ed etichettata come fonte di tutti i mali, ma dovrebbe interessare ogni cittadino, attraverso la responsabilizzazione di ciascuno, la politica deve farsi arte per perseguire la giustizia sociale e il progresso della società, elevare la morale ed infine nobilitare l’uomo verso nuovi orizzonti.
LO STATO AZIENDA
Lo Stato non è un’azienda!
Ripetere 10 volte. Mattino, Pomeriggio e Sera.
Il taglio dei parlamentari da alcuni punti di vista può essere sostenuto da chi è convinto che lo Stato sia un’azienda, ma è bene ricordare che le aziende sono gerarchiche, piramidali e cercare di trasformare gli stati in aziende significa voler vivere in un mondo dove le decisioni vengono prese da pochi tecnici e manager al servizio di un ristretto gruppo di persone che detengono il potere finanziario e pertanto possiedono gli Stati.
Negli ultimi anni è stato tagliato tutto, dalla sanità, emblematico è il taglio per 8 miliardi operato dal governo Monti, all’istruzione, perpetrando una riduzione della qualità della vita delle persone al fine di creare degli avanzi di Stato serviti infine a pagare gli interessi speculativi a banche private.
Ebbene signori volete vivere in uno stato-azienda gestito da tecnici e task force come è infatti l’unione europea, abrogando l’interesse pubblico e privilegiando la finanza bancaria?

Sappiate, infine, che il modello di stato che taglia più di tutti i costi della politica si chiama dittatura.
IL RISPARMIO
Le motivazioni del SI sono per lo più legate al risparmio, ma siamo proprio sicuri che sia così?
Il taglio dei parlamentari porterà un risparmio, sempre che non si decida di destinare questo “tesoretto” ad altri utilizzi, di 82 milioni di euro all’anno che sebbene possa sembrare tanto, è sufficiente rapportarlo alla spesa pubblica o alla spesa per la politica3, volendo essere corretti, che questa cifra di 82 milioni diventa talmente insignificante da essere ridicola: praticamente un caffè e mezzo all’anno ogni cittadino!

Questo taglio figlio della demagogia e del populismo non trova riscontro nemmeno guardando ai nostri vicini di casa, infatti considerando il numero dei deputati nei paesi UE si nota proporzionalità con la popolazione totale del paese (immagine) dimostrando ancora una volta quanto sia importante il rapporto tra cittadini e rappresentanti al fine di mantenere un concreto legame con il territorio.

L’Assemblea Costituente nel 1948 aveva previsto che la camera dei deputati venisse eletta seguendo un rapporto di un deputato ogni 80.000 abitanti4 mentre per quanto riguarda il Senato, eletto su base regionale, un senatore ogni 200.000 abitanti per ciascuna regione. Attualmente alla camera la rappresentanza è di 1 deputato ogni 95.000 abitanti, che a mio avviso ritengo essere un buon compromesso.
In conclusione, fra qualche giorno, a mio avviso dobbiamo difendere non solo la democrazia ma anche la costituzione che resta l’arma più forte in mano ai cittadini per proteggersi dagli abusi sempre più frequenti a cui assistiamo negli ultimi anni.
Difendiamo la nostra costituzione, difendiamo il nostro diritto di essere rappresentanti degnamente, difendiamo la sana opposizione presso le istituzione e votiamo NO a questa legge che parla solo alla pancia dei cittadini e non rispetta il nostro bisogno di avere voce in capitolo sulla cosa pubblica.
Amiamo la nostra libertà perché la libertà è democrazia, amiamo uno stato democratico che si arricchisce costruendo ospedali, ponti, parchi e altre opere pubbliche che danno benessere alla collettività.
Grazie per l’attenzione.
Stefano Gravina
Fonti:
1 Testo di legge costituzionale – Gazzetta Ufficiale
2 Referendum: quanto si risparmia realmente col taglio dei parlamentari? | Pagella Politica
3 Quanto costa la politica italiana? – Orizzonti Politici
4 Costituzione della repubblica italiana – La nascita della Costituzione
Premetto che non sono contrario a prescindere ad una riduzione del numero dei parlamentari se questo venisse fatto con una riforma strutturata e con un ridisegnamento delle funzioni delle due camere, in questo caso però si parla di un taglio netto senza una visione complessiva del ruolo del parlamento.
In particolare vorrei aggiungere 2 punti che ritengo possano essere importanti:
per prima cosa non si capisce come il senato possa funzionare allo stesso modo dato che, a differenza di molti paesi con cui ci paragoniamo, deve svolgere gli stessi compiti della camera, ma se dovesse passare questo taglio avrà la metà dei parlamentari rischiando quindi di inceppare ulteriormente il sistema.
Il secondo punto invece è “ma chi realmente verrà tagliato”? Con questo taglio infatti gli equilibri tra le forze parlamentari saranno ulteriormente più instabili portando ancora di più i partiti a circondarsi di “yes men” a discapito quindi di quelli competenti ma che rimangono più nell’ombra.
In conclusione ritengo il taglio inutile e che potenzialmente possa indebolire ulteriormente il parlamento, oltre che uno specchietto per le allodole, dando modo ai partiti di pulirsi la coscienza ed avendo così la scusa per non tagliare i reali sprechi della politica.
Grazie per il commento.
In realtà la soluzione sarebbe semplice ma poco conveniente alla cosiddetta “casta”, ovvero permettere all’elettorato di scegliere direttamente i propri rappresentanti cambiando l’attuale legge elettorale.
C’era un motivo se la Costituzione del 1948 recitava così: