“Squid game” è una serie di enorme successo: sarà perché è piena di indizi, segreti, dettagli occulti e ha un misterioso finale?

La serie “Squid game” è diventata un vero caso internazionale e, secondo me, la cosa era assolutamente prevedibile poiché l’idea alla base della sceneggiatura è geniale e molto originale.

Per me questa serie tv è stata una vera e propria droga e anche ora, dopo qualche settimana che l’ho finita, faccio fatica a separarmene e quasi ogni giorno mi metto alla ricerca di segreti, spiegazioni e indizi sulla seconda stagione (che è stata confermata e speriamo arrivi presto!).

Questa serie tv contiene, a dispetto di ciò che le orde di genitori hanno affermato, moltissimi insegnamenti ed è un concentrato non solo di violenza ma anche di sentimenti positivi che vengono quasi tutti racchiusi nei rapporti tra i personaggi e soprattutto nella figura di Seong Gi-hun, il vincitore finale.

Ma, andiamo con ordine e scopriamo insieme alcuni succulenti segreti sulla serie e molti elementi di cui sicuramente non vi eravate accorti…

squid game

Frontman e il fratello detective

Quando Jun-ho, il detective della polizia, riesce ad entrare nell’isola dove avvengono i giochi mortali e arriva ad avere tra le mani la documentazione dell’iniziativa, scopre che il fratello è stato il vincitore del gioco nel 2015. Ovviamente noi non capiamo quasi niente di ciò che è scritto nei fogli ma, traducendo il coreano, si viene a scoprire che il fratello (che ovviamente noi alla fine scopriamo essere Frontman) era nel dipartimento di polizia e che aveva avuto dei problemi perché accusato di corruzione. Probabilmente, queste difficoltà lo avevano spinto a partecipare al gioco anche se la qual cosa non è ben spiegata.

Capiamo, inoltre, che Frontman è un esperto di armi in dotazione alla polizia, nella scena della scogliera, quando spara al fratello Jun-ho e lo fa precipitare. Infatti, Frontman, prima di sparargli, gli dice che sa che un proiettile delle pistole dei detective in Sud-Corea è a salve e per questo, avendo già più volte sparato, a lui resta solo un colpo.

Il perché, poi, Frontman da poliziotto abbia deciso di diventare un “pezzo grosso” del gioco del calamaro resta un mistero…però, non è da sottovalutare il fatto che quando spara al fratello colpisce la spalla proprio per evitare di ucciderlo con le sue mani. Jun-ho poi cade dagli scogli dell’isola ma possiamo anche sospettare che il suo ruolo non sia finito e che, anzi, riesca a salvarsi e ad incastrare Frontman (sebbene sia senza cellulare e, quindi, senza prove dei misfatti del fratello). Vedremo, sono molto curiosa…

frontman

Perchè il vecchietto ferma il gioco?

Al termine del primo gioco (Un, due, tre stella in versione sanguinaria), i partecipanti, ovviamente sconvolti da quello che hanno dovuto subire e vedere, decidono di mettere ai voti la possibilità di fermare il percorso.

Votano tutti e arrivano ad un punteggio pari di 100 per il sì e 100 per il no, ma manca ancora qualcuno, il partecipante 001 ossia il vecchietto Oh Il-nam che, stupendo tutti, vota per fermare tutto e, infatti, i giocatori vengono riportati alle loro vite e alle loro case (salvo, poi, fare marcia indietro, come tutti sappiamo).

Ebbene, perchè il vecchietto che sembrava anzi il più spericolato e che, come abbiamo scoperto, era uno degli ideatori del gioco, decide di fermarlo?

Questo aspetto viene spiegato bene durante la visita di Gi-hun al vecchietto che sta morendo per un tumore al cervello: Il-nam racconta che ha creato questo gioco sia per evadere dalla noia sia per dare una chance a coloro che avevano perso tutto ma non ha mai fatto niente contro la loro volontà, anzi, la regola più fondamentale del gioco è il consenso.

Per questo la rabbia di Gi-hun non trova sfogo e proprio per questo motivo il vecchietto nella prima puntata ha voluto seguire le volontà di quei 100 partecipanti che non volevano più continuare…Mossa vincente perché, dopo, ha ottenuto il ritorno della gran parte delle persone, decise a rivoluzionare la loro vita o morire.

squid game Il-nam

Il-Nam: la chiave di tutto

Gi-hun, vincitore del gioco, ha vinto 45,6 miliardi di won eppure nel primo anno dopo il suo trionfo, non ha speso neanche un centesimo, tanto che arriva a chiedere in prestito i soldi al funzionario della banca.

Dopo l’incontro con il vecchietto, in quel palazzo dove Il-nam è costretto a letto, vicino alla fine della sua vita, però, decide di spenderli, come mai?

La spiegazione è semplice: uno dei motivi che spingeva Gi-hun a non toccare i soldi era quello di aver ingannato il vecchietto al gioco delle biglie per vincere e averlo condannato a morte certa (oltretutto, era stato anche biasimato da Il-nam per questo ma comunque l’anziano gli aveva donato l’ultima biglia). La puntata delle biglie è sicuramente la più drammatica ed era stata vissuta da Gi-hun in modo tragico, tanto che io stessa avevo pensato che si sarebbe lasciato sconfiggere…

Il rimorso, quindi, lo aveva spinto a non usare quei soldi che sentiva sporchi di sangue innocente; quando, invece, vede Il-nam e scopre che è uno degli ideatori del gioco e che morirà di morte naturale, capisce che tutto il suo dolore era privo di senso.

Oltre a ciò, l’ultima scommessa è sicuramente molto significativa: il vecchio spinge Gi-hun a scommettere che nessuno andrà ad aiutare un barbone, ubriaco che sta morendo di freddo in strada. Poco prima del termine della scommessa, però, una macchina della polizia arriva a dare soccorso e Gi-hun vince.

Il vecchio voleva dargli un insegnamento: dirgli che viviamo in un mondo di egoismo, dove nessuno aiuta l’altro e dove non c’è compassione ma la realtà è un’altra e la bontà di Gi-hun ha la meglio, proprio per questo decide di portare il fratello di Kang Sae-byeok dalla madre di Cho Sang-woo, il suo amico d’infanzia e di affidare a loro una valigia piena di soldi contanti con la quale costruirsi un bel futuro.

Sistemato il fratellino dell’ex compagna di sventure, decide anche di acquistare un volo per l’America dove ricongiungersi con sua figlia.

In ogni caso, il vecchietto è un personaggio molto importante e, durante le puntate, troviamo degli indizi che erano volti a farci capire che non era parte del gioco: in primis, il fatto che quando il detective apre i registri dei partecipanti 2021, nota che partono dal numero 002, quindi, quello successivo a Il-nam.

E, in seconda istanza, il fatto che quando avviene quella grande rissa interna tra i partecipanti che porta alla morte molte persone, Frontman decida di interromperla solo nel momento in cui è Il-nam a lamentarsi e a chiedere a tutti di fermarsi.

Un partecipante un po’ di serie A, non trovate?

A me, comunque, Il-nam è piaciuto parecchio, almeno fino a quando non ho scoperto che rappresentava il Male fatto persona….Mai fidarsi delle apparenze!

Indizi alle pareti e il microchip sottopelle

Avete notato che i disegni dei giochi erano alle pareti del dormitorio, quindi, sempre sotto agli occhi dei partecipanti?

Se uno fosse stato un pochino più attento si sarebbe accorto che non serviva esportare organi o vendere l’anima al diavolo per sapere il prossimo gioco. Erano proprio sotto gli occhi di tutti.

Anche la sera della cena degli ultimi tre sopravvissuti, compare alle pareti il disegno del gioco del calamaro ma ovviamente i protagonisti sono troppo impegnati a salvarsi la pelle per notarlo.

E, invece, avete notato che tutti i partecipanti sono stati dotati di un microchip identificativo sotto pelle? Ad esempio, la sera della rissa, i morti vengono avvicinati dalle guardie con una specie di marchingegno che legge il chip e, probabilmente, archivia il loro fascicolo.

Anche nella scena dell’arrivo all’isola, quando il detective è nascosto tra loro, i partecipanti vengono schedati tramite chip e la mancanza di quest’ultimo sotto l’orecchio di Jun-ho lo obbliga ad uccidere un guardiano per spacciarsi per esso.

L’unica domanda che sorge spontanea è: come mai Gi-hun non si fa esportare questo chip? Anche perché la presenza di esso determina un assoluto controllo da parte dell’organizzazione sulla sua vita, i suoi movimenti e tutte le sue mosse. Incredibile, non molto probabile che non se ne fosse reso conto…Vedremo!

Gi-hun squid game

Il finale spiegato

Avete notato che, nella scena finale, il cellulare di Gi-hun non è il suo? Può darsi sia solo un errore oppure tutto è riconducibile alla scena in cui il protagonista vede il reclutatore di Squid game giocare, come aveva fatto lui, con un altro uomo, probabilmente indebitato e disperato.

Gi-hun, tentando di salvarlo, gli strappa il biglietto da visita dell’organizzazione e presumibilmente anche il cellulare poiché sa che se chiamasse con il suo il numero non risponderebbe nessuno visto che aveva già provato, nelle prime puntate, a far chiamare il commissario di polizia senza successo.

I futuri partecipanti, quindi, vengono registrati ma da ciò che abbiamo supposto e dal fatto che quando Gi-hun chiama risponde Frontman riconoscendolo, sappiamo per certo che i vincitori vengono seguiti e controllati tutta la vita.

Gi-hun decide quindi di non partire per l’America perchè è deciso a combattere l’organizzazione: cosa quanto mai complessa non solo per l’efficienza e la spietatezza della stessa ma anche perché quel microchip interno permette la previsione di tutte le sue mosse.

Attendiamo, perciò, con ansia la seconda stagione che sarà ricca di novità, particolari e indizi occulti che tanto ci appassionano.

La mia speranza è che Gi-hun trovi la pace perché rappresenta veramente una persona buona e gentile ma soprattutto sono in fibrillazione per vedere nuovi giochi ed emozionarmi per il trionfo del Bene sul Male.

Stay tuned!