“La prima indagine del vicequestore Rocco Schiavone scritta dalla talentuosa penna di Antonio Manzini è molto divertente ma offre anche notevoli spunti di riflessione. Da leggere!”
Il vicequestore Rocco Schiavone è stato spedito da Roma ad Aosta per un non ben identificato casino in cui si è cacciato nella capitale. Aosta proprio non gli piace ma, soprattutto, sente la nostalgia della sua città natale: oltretutto, un bel giovedì sera succede un fattaccio, la morte su a Champoluc di Leone Micciché che subito Rocco identifica come una “rottura di coglioni livello 10 cum laude”.
Ed è proprio così perché non è stato un fatto accidentale, sebbene l’uomo sia stato fatto a pezzi poiché un gatto delle nevi gli è passato sopra a tutta velocità, ma un omicidio: l’uomo, infatti, ha spinto giù per la gola un fazzoletto rosso e tutto intorno al cadavere, oltre alle piume del giubbotto imbottito, ci sono resti di tabacco trinciato mentre la vittima fumava solo sigarette.
Una bella gatta da pelare per Rocco Schiavone che, intanto, si dà da fare per ottenere un bel margine sullo stipendio con avventure non molto legali, non molto etiche ma sempre caratterizzate dal suo amore per il rischio e i modi spicci da poliziotto da serie tv.
“Rocco Schiavone aveva una sua personalissima scala di valutazione delle rotture di coglioni che la vita insensibilmente gli consegnava ogni giorno. La scala partiva dal sesto grado, ovvero tutto ciò che riguarda i doveri casalinghi. Giri per negozi, idraulici, affitti. Al settimo c’erano invece i centri commerciali, la banca, le poste, i laboratori di analisi, i dottori in generale con un’attenzione particolare ai dentisti, per finire con le cene di lavoro o con i parenti, che almeno grazie a Dio se ne stavano a Roma. L’ottavo grado vedeva in primis il parlare in pubblico, poi le pratiche burocratiche di lavoro, il teatro, riferire a questori o magistrati. Al nono i tabaccai chiusi, i bar senza l’Algida, incontrare qualcuno che gli attaccasse delle chiacchiere infinite, e soprattutto gli appostamenti con agenti che non si lavavano. Poi per ultimo c’era il decimo grado della scala. Il non plus ultra, la madre di tutte le rotture di coglioni: il caso sul groppone.”
Il personaggio di Schiavone in “Pista nera” è sicuramente perfetto per rimanere nell’immaginario dei suoi lettori: è ironico, spavaldo, tenebroso e non lesina schiaffoni in faccia a chi gli intralcia le indagini. Un protagonista perfetto per un romanzo giallo particolare dove, forse per la prima volta, il “commissario” (ma non chiamatelo mai così!) non è del tutto buono ma nasconde luci ed ombre nel suo carattere e nel suo comportamento.
Sicuramente se non è la prima volta per voi, è la prima per me di ritrovare un uomo in forza della polizia commettere reati che, però, hanno sempre delle caratteristiche ridicole, divertenti che, quindi, ti spingono a strizzare l’occhio a Schiavone e, in qualche modo, a perdonargli tutto.
Solitamente protagonisti con caratteri così umbratili, difficili, a dir poco “bipolari” non mi entusiasmano ma con Rocco è stata tutta un’altra cosa: sarà stata la sua verace romanità, i suoi ghigni beffardi, il debole per le signorine “scosciate” ma è stata subito simpatia!
Ben affrescata la città e le sue montagne: la neve lungo le strade, il freddo becero e terribile impossibile da sopportare per il vicequestore che è dotato solo di Clarks ai piedi e Loden di ordinanza (rigorosamente senza guanti!), le casupole in legno, i rifugi dove si beve vin brulè e cappuccino caldo per salvarsi dal congelamento, gli sciatori lungo le piste…davvero un panorama spettacolare e molto inusuale per un giallo.
“Stavo pensando alle squadre di calcio.»
«E?»
«E allora, ci pensi. Guardi, per esempio, cosa fa una squadra di calcio per raggiungere migliori risultati?»
«Si allena?» azzardò Rocco.
«Non solo. Compra i giocatori. Stranieri. Ne conviene?»
«Sì. Vero, basta dare un’occhiata all’Inter».
«Appunto. Si forma la squadra con le eccellenze internazionali e si vincono coppe e scudetti. Mi dica se sbaglio.»
«Non sbaglia.»
«Bene, Schiavone. Ora trasferisca questo concetto al nostro paese».
Rocco incrociò le gambe. «Non la seguo».
«Faccia conto che per raggiungere risultati noi, l’Italia, ce ne andiamo in giro a comprare i giocatori migliori.»
«E no mi scusi, ma la Nazionale di calcio italiana deve essere formata tutta da giocatori italiani» obiettò Rocco.
«Non mi riferisco più al calcio. Il calcio è solo una metafora. Mi riferisco alla politica. Allora che farei? Si compra un bel primo ministro svedese, un Reinfeldt, poi all’economia ci mettiamo un tedesco, un Bruederle, poi alla cultura un francese, la Albanel, alla giustizia un danese, insomma! Pensi che squadra della Madonna! E finalmente ‘sto paese la smetterà di essere il paese di pulcinella. Ha capito?» La probabilità che il magistrato fosse affetto da una forma di patologia ciclotomatica si affacciò prepotente nella mente di Rocco Schiavone.
«Chiaro e tondo. Una bella campagna acquisti» rispose, perché dargli ragione era la strada migliore.
«Esatto!» e il magistrato mollò un pugno sul tavolo. «Esatto, Schiavone. Sarebbe bello, non trova?»
«Sì»
«Scherzo, è ovvio. Lei mica mi avrà preso sul serio, no?”
Lo stile, come forse avrete già capito, è sicuramente quello tipico dei romanzi che trattano di misteri con una punta di ironia superiore: metafore colte si alternano con i dialoghi duri, secchi ma molto piacevoli.
Sul finale la storia viene buttata via un po’ troppo: trovati i colpevoli si assicura il lettore del loro coinvolgimento e della loro totale non estraneità ai fatti ma avrei preferito che il romanzo proseguisse ancora un po’, spiegando meglio i motivi, i moventi ma, probabilmente, questo è una conseguenza del fatto che non avrei mai voluto staccarmi dalla lettura che ho valutato come troppe breve.
Ci sono romanzi che non vorresti che finissero e sicuramente posso annoverare “Pista nera” tra questi: un giallo ben scritto, coinvolgente, dall’ambientazione particolare e con un protagonista, Rocco Schiavone, che ti rimane incastrato dentro poiché è specchio di vera umanità e, in fondo, siamo un po’ tutti come lui.
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Scheda libro
Titolo: Pista nera
Autore: Antonio Manzini
Anno di pubblicazione: 2013
Casa editrice: Sellerio
Numero pagine: 273
Voto finale: 4/5