Un libro che è una leggenda, non solo perché ha subito nel tempo una damnatio memoriae che lo ha fatto sparire dagli scaffali delle librerie ma anche perché è un romanzo disturbante, spinoso, difficile e, neanche a dirlo, un capolavoro giovanile di King.
L’autore lo scrisse quando aveva solo 19 anni e frequentava ancora il Liceo; considerandolo un’opera minore lo chiuse in un cassetto e lo dimenticò, salvo poi ricordarsene qualche anno dopo per rimaneggiarlo e pubblicarlo sotto lo pseudonimo di Richard Bachman.
Io, come già sapete, continuo a ripetere che i libri di Bachman sono fenomenali e molto spesso superiori per qualità a quelli a firma King, in realtà li ho anche quasi finiti tutti e mi viene un po’ il magone a pensarci…
Ma torniamo a “Ossessione” e parliamo un po’ della trama…
Un po’ di trama…
Charlie Decker è un ragazzino un po’ stranocchio: la sua carriera scolastica è stata caratterizzata da atti di insubordinazione e ribellione, atti che, negli ultimi tempi, gli hanno causato non poche grane con la presidenza in quanto ha aggredito con un serratubi un professore ferendolo in maniera piuttosto grave.
Ed è proprio da uno squallido colloquio con il viscido Preside del suo liceo che Charlie prende la decisione di effettuare “la grande svolta”: dopo aver deriso e sbeffeggiato il suo diretto superiore, si dirige al suo armadietto e gli dà fuoco, poi, prende la pistola, qualche cartuccia rubata al padre cacciatore e amante delle armi, e corre all’aula dove i suoi compagni stanno studiando algebra, qui uccide la professoressa e, poi, un altro professore e si rinchiude nella stanza con tutti i suoi compagni di scuola.
I suoi colleghi, dapprima straniti, non dimostrano alcun tipo di terrore, non cercano di scappare ma, anzi, sfruttano lo strano avvenimento, spinti anche dalle richieste di Charlie, per analizzare nel profondo la propria condizione di adolescenti, i loro disagi e la loro rabbia giovanile. Mentre fuori imperversano i vigili del fuoco e i poliziotti, pronti a tutto pur di stanare l’assassino, Charlie affronta per la prima volta, attraverso una serie di monologhi strazianti, la sua condizione di reietto, le sue paure, confrontandosi con quegli stessi compagni che non lo hanno mai capito ma che nascondono anche loro sofferenze, angosce e che hanno più paura delle loro esistenze rispetto al rischio di morire per mano dello school shooter, ex compagno di lezioni.
Un po’ di opinioni random…
Ho già detto straziante? Ebbene sì e lo ripeto. Questo romanzo per me è stato straziante. Il passato di Charlie, adolescente sfortunato e solo, mi ha colpito davvero nel profondo: con un padre che lo ha sempre considerato un perdente, con una madre talvolta assente, talvolta ottusa e sconclusionata, il libro ci porta a comprendere che davvero non c’era altra via per il ragazzo se non l’atto più barbaro e inconsulto di tutti per farsi ascoltare.
Un ascolto che, in fin dei conti, viene a perdersi, poi, nelle confessioni degli altri suoi compagni: il dialogo, infatti, si trasforma ben presto in un monologo poiché tutti sono troppo concentrati sulle proprie tristezze, sul dolore che covano dentro per ascoltare veramente Charlie o altre persone.
La solitudine che esprime Charlie è così lampante, così tangibile che davvero è impossibile non empatizzare con lui e questo fa anche capire come mai sia stato quasi imposto a King (cosa che lo scrittore ha accettato ben volentieri) di ritirare dal mercato il romanzo.
Molti school shooter, compresi quelli del massacro della Columbine High School, custodivano gelosamente copie di “Ossessione” e, probabilmente, trovavano giustificazioni alla loro volontà omicida tra quelle pagine…
Non dico che King sia riuscito a far sembrare Charlie non colpevole ma sicuramente ha esposto i fatti in modo che l’introspezione del ragazzo e il viaggio semi-filosofico nel suo passato, lo facessero apparire meno mostro e più umano.
Non sarà l’unica opera di King a trattare il disagio degli adolescenti (pensiamo anche solo a Carrie…) ma sicuramente il modo in cui vengono tratteggiate le miserie che avvengono tra i banchi di scuola è così crudo e tremendo solo in questo libro.
Charlie si contrappone a Ted, unico compagno che divora il suo sguardo con odio e che non vuole sottostare ai suoi giochetti intellettuali, ma alla fine è Ted a perdere e Charlie a vincere questo perché Ted non vuole confessarsi, non vuole ammettere le sue sofferenze ma si nasconde dietro una maschera di perfezione che porterà all’epilogo odioso nelle pagine finali.
Tutti contro Charlie, no, alla fine tutti contro Ted che è anche una vittima ma non solo per ciò che gli capiterà, è una vittima in quanto, come tutti, ha una vita difficile e porta con sé una corazza inespugnabile che lo trascinerà verso una fine ingloriosa.
Bello, bello, “Ossessione”, per me, è un capolavoro: non si riesce nemmeno ad affibbiargli un genere in quanto è un romanzo cosmico che contiene la vita, il dolore, la morte e la follia.
Incredibile sia stato partorito dalla mente di un teenager ma sappiamo sicuramente che lo Zio non era un ragazzino qualunque…era già il RE di tutti noi!
Piccola nota triste: l’ho letto in ebook perché il cartaceo costa un occhio della testa essendo fuori produzione e merce per collezionisti pazzi e pieni di soldi ma lo desidero, lo desidero ardentemente perché, per il momento, è il libro che ho amato di più dello scrittore.
Certo, la mia maratona è ancora lunga, però, davvero, ho chiuso il kindle pensando che mi avevano portato via un pezzo di anima che forse non mi sarà più restituita.
Stay hungry e stay tuned perchè ora si porta sul blog la prima raccolta di racconti, datata 1978, ossia “A volte ritornano”…cartaceo preso in biblioteca, vedremo se dopo la lettura meriterà l’acquisto da parte mia oppure no, rimanete sintonizzati!
Leggi anche le altre recensione della mia “Stephen King Challenge”!