Ed eccomi qui a scrivere, dopo ben 45 giorni di quarantena.

Sembrano sempre poche le cose da dire, soprattutto in questo momento di solitudine forzata e di grande sofferenza per le sorti dell’Italia.
La gente continua a morire per il Covid-19, questo virus silenzioso che entra dal naso e bocca e vuole farci smettere di respirare, parlare, vivere e abbracciarci.
Combattiamo tutti anche solo stando a casa ma è una guerra che ci vede sconfitti già in partenza.
In questi giorni di isolamento forzato ho cominciato a ragionare su tutte quelle cose che davo per scontato come la vicinanza tra le persone, i baci e l’affetto: giro per la strada e vedo le persone evitarsi e io stessa evitare i contatti, mi chiedo se, passata l’emergenza, riusciremo di nuovo a starci vicino senza sentirci colpevoli, riusciremo di nuovo a mescolarci senza provare qualcosa di strano, come un senso di inadeguatezza.
Ritengo che le persone non torneranno facilmente alla normalità: è stata la prima volta che l’Italia si è completamente bloccata e che le persone hanno dovuto ricostruirsi da capo, partendo dal vuoto.
Il vuoto che mi spaventava tanto, non mi fa più paura.
I primi giorni sono stati tremendi: mi ritrovavo un sacco di tempo, un sacco di paura, l’horror vacui consueto, tante cose che avrei potuto fare e niente che riuscivo a fare.
Poi, con calma, ho ripreso in mano la mia vita: mi sono detta sono sola, senza lavoro, senza prospettive, senza possibilità di contatto, da dove riparto?
E sono ripartita da me, da quello che volevo: ho cominciato a studiare per diventare insegnante e, sperando vada tutto bene, parteciperò al concorso ordinario di quest’anno per la cattedra, ho ricominciato a leggere di buona lena, entrando a far parte di un sito per cui scrivo recensioni (per chi fosse interessato ecco il link: …), ho iniziato a riprendere in mano il pennello e a dipingere, ho cantato, ho preso ad interessarmi dei videogiochi come spazio ludico personale, ho scritto, dapprima un diario e, poi, tanti articoli che usciranno presto nel blog, ho conosciuto persone diverse in questa quarantena, ho creato amicizie di penna che mi hanno dato grosse soddisfazione e, così, senza neanche rendermene conto, ho riempito il mio tempo e il tempo, da bravo amico, è passato.
Ogni giorno è andato via, lasciandomi addosso qualcosa e ho trovato la ricchezza di esistere proprio durante la quarantena, trovandomi sola con me stessa.
Ho scoperto che non sono, poi, tanto male come compagna di vita e mi sono resa conto che sono io la prima a dover e voler stare bene con me stessa.
Questo isolamento mi ha insegnato molto: si può essere grati anche alle cose brutte, anche a questo virus maledetto che ci è caduto addosso con la potenza di uno tsunami.
E voi? Come state passando la vostra quarantena?
E cosa vorreste per il futuro? In che modo state affrontando la solitudine, i bar chiusi e l’assenza di attività ludiche esterne alla casa?
Per finire vi racconto le ultime novità: ho creato la pagina LaProfessionista in Facebook dove offro i miei servizi a chi ne fosse interessato (redazione tesi, digital marketing e content marketing).
Sto rinnovando l’impostazione del blog, per cui non preoccupatevi se vedete spuntare nuove rubriche e mi vedrete trattare argomenti “strani” al taglio giornalistico precedente, voglio solo finalmente fare di questo blog un posto orizzontale in cui si possa parlare di tutto e discutere di ogni cosa.
Oltretutto, sto anche cercando collaborazioni esterne per scrivere di cose che non so e che altre persone potrebbero conoscere bene: al momento ho assoldato StefanotheG che scriverà di molti temi scottanti e varie recensioni di romanzi che vi consiglio di leggere.
Che altro dire? #stayhome#staysafe, state al sicuro, ricominciate da voi stessi, amatevi e imparate a gustare la solitudine.
Non è mai uno spreco di tempo.