
Un po’ di trama…
Anni 90, i ricercatori Duraid e Royan stanno lavorando alla decifrazione del settimo papiro, un manufatto redatto dallo scriba Taita quattromila anni prima e che contiene, nascoste in codice, le indicazioni per arrivare alla tomba e ai tesori del faraone Mamose.
Una notte, i due ricercatori vengono aggrediti e la loro casa data alle fiamme, il settimo papiro viene rubato, Duraid non sopravvive e fa promettere a Royan di impegnarsi a cercare la tomba tanto agognata del faraone.
Royan contatta Nicholas Quentum Harper il quale accetta e finanzia una spedizione utilizzando la scusa di un Safari.
Ben presto i due protagonisti si rendono conto di essere in competizione con un misterioso e ricchissimo personaggio che, a sua volta, a qualsiasi costo, è intenzionato a trovare il favoloso tesoro.
Nonostante il divario delle forze in gioco, Nicholas e Royan possono contare sull’aiuto di Mek, un capo guerrigliero mosso da forti principi patriottici e dei monaci del monastero di San Frumenzio, dove, all’interno di una cripta, troveranno ulteriori indicazioni del passaggio dello scriba Taita.
I protagonisti dopo mille peripezie riescono a scoprire l’ingresso, completamente sommerso sotto cinquanta piedi d’acqua, della tomba del faraone Mamose; le vicende, però, non sono così semplici e per i protagonisti questo è solo l’inizio.
Una notte, infatti, il loro accampamento viene saccheggiato e molti dei loro aiutanti rimangono uccisi e feriti, come se non bastasse subiscono altri agguati mortali a cui sfuggono per miracolo fino ad essere, infine, catturati dalle truppe del colonnello Nogo, il quale gli impone un foglio di via e l’obbligo di rimpatrio in Inghilterra, nel frattempo con un azione criminale i monaci vengono brutalmente massacrati e la cripta egizia nel monastero viene saccheggiata.
Nicholas e Royan, da Londra, continuano a lavorare sul progetto e riorganizzano una spedizione successiva per arrivare alla tomba del faraone.
La spedizione questa volta è imponente ma, allo stesso tempo, segreta e, grazie ai loro contatti e ai capitali di Nicholas, riescono a radunare centinaia di uomini mettendosi alla costruzione di una diga per deviare il corso del fiume, unico modo per arrivare alla tomba sommersa.
Il finale è un susseguirsi al cardiopalma di peripezie, scontri e trappole da evitare fino all’agognato tesoro, una lotta contro il tempo e all’ultimo sangue.
Commento (con spoiler)
Il romanzo è una sorta di viaggio alla “Indiana Jones”, pur essendo assente il carisma indiscutibile del Professor Jones, un discreto tocco di brio non manca mai, i buoni sono così maledettamente bravi da sembrare troppo buoni per essere veri, e i cattivi sono una strana miscela di crudeltà e pazzia. Insomma, tutto torna al lettore. I dialoghi non rappresentano niente di troppo elaborato, dimostrandosi sempre semplici e pratici, tipo “andiamo di qua, ora di là, questo è così, bla bla”. Ah, il gusto della semplicità.
Verso il finale, il libro prende un’improvvisa accelerata, passando da descrizioni dettagliate che trasportano il lettore nei luoghi descritti, a una sequenza di avvenimenti mozzafiato in cui i protagonisti risolvono gli enigmi mortali della tomba del Faraone per raggiungere la camera di sepoltura, nel frattempo, all’esterno, si scatena una battaglia tra i guerriglieri di Mek e le truppe del colonnello Nogo, mentre la minaccia di esondazione del fiume sotto le piogge torrenziali si aggiunge al mix.

E poi arriva il gran finale che accontenta veramente tutti: i buoni vincono, l’amore trionfa, i debiti vengono ripianati, il tesoro finisce al sicuro in un museo e i cattivi ricevono proprio quel che meritano. Insomma, il lettore può rilassarsi e dormire tranquillo, come in una fiaba per adulti.
Piccola curiosità, Wilbur Smith piazza qualche autoreferenza tra le sue pagine, da un certo punto di vista questa tecnica dovrebbe abbattere la barriera tra i lettori e il mondo immaginario del libro creando una sorta d’interazione tra i due. Tuttavia, molto spesso, il risultato è quello di dare l’impressione che l’autore non sappia misurare bene questa tecnica sembrando decisamente vanitoso; personalmente, del resto, tutto questo l’ho trovato forzato e inutile dato che l’ultima autoreferenza è presente a poche pagine della fine del libro.
In conclusione, se state cercando un’avventura moderna, questo libro potrebbe fare al caso vostro. Ebbene sì, promette un bel po’ di azione, sparatorie e tesori da far girare la testa, senza dimenticare l’immancabile storia d’amore, in un contesto ricco di storia millenaria e paesaggi favolosi che sicuramente solleticheranno la vostra fantasia.
Avete mai letto un romanzo di Wilbur Smith?

Scheda Libro
Titolo Originale | The seventh scroll |
Autore | Wilbur Smith |
Prima Pubblicazione | 1999 |
Genere | Avventura |
Voto: