Se penso alla parola doping mi viene in mente fin da subito un ricordo limpido e spaventoso: il mio professore di ginnastica delle medie che racconta a noi bambini seduti in cerchio di fronte a lui la storia di uno sportivo che, a causa dell’epo (Eritropoietina) e dei suoi effetti collaterali (maggiore viscosità sanguigna a causa dell’aumento esponenziale della concentrazione di globuli rossi nel sangue) era costretto a correre in cyclette tutta la notte per far sì che non gli scoppiasse il cuore. Negli anni questa immagine mi è ritornata alla mente molte volte, ma non gli ho mai dato molto peso finché non sono entrata in una palestra anche io.

Sono entrata in questo mondo in punta di piedi perché non sono una sportiva e mai lo sarò, sono entrata meravigliandomi dei risultati di chi vedevo: quelle braccia enormi, quegli addominali scolpiti, quelle gambe possenti. Mi meravigliavo e mi chiedevo quanta abnegazione dovessero avere quei ragazzi, quanta tenacia. Pur rimanendo dell’opinione che il loro votarsi all’apparenza e alla superficie fosse quantomeno stupido, li ammiravo per la costanza e la forza.

Poi, ho conosciuto persone, grilli parlanti che mi hanno aperto gli occhi: mi hanno raccontato storie di doping, storie di ragazzi giovani che assumono queste sostanze per diventare ciò che vogliono essere fregandosene delle conseguenze disastrose. Ragazzi che vogliono i bicipiti enormi, la tartaruga definita e che vogliono essere forti, vogliono essere guardati, ammirati, imitati.

anabolizzanti

Vogliono piacere alle donne o agli uomini, vogliono piacere a loro stessi, si guardano allo specchio e, pur essendo dei bolidi di muscoli e vene, si vedono secchi e smilzi. E, allora, ecco che subentrano le sostanze dopanti. Ecco che subentra lo schifo.

Anche io voglio raccontarvi una storia oggi: Dean Wharmby era un body builder. Uno anche discretamente famoso. Viveva di energy drink e pizza ma, soprattutto, si pompava di steroidi. Era grosso Dean, era muscoloso. Dico era perché è morto di tumore al fegato nel giro di pochi mesi a poco più di trent’anni. A niente è valso il tentativo disperato di cambiare stile di vita con una dieta a base di acqua, frutta e verdura che ha fatto il giro del mondo. A niente è valsa la disintossicazione, il pentimento. Il tumore era chirurgicamente inoperabile, aggressivo e se l’è portato via in pochi mesi.

body builder malato

Ma potrei andare avanti per ore, potrei parlare anche di Daniele Seccarecci, l’uomo dal braccio più grande del mondo (così amava definirsi) morto a trent’anni per un infarto, ritrovato dalla madre in una pozza di sangue dopo la caduta.

Potrei parlare dei personal trainer che vedo in palestra che si ergono a life coach, che ti dicono di mangiare bene, di bere acqua, di fare allenamento e che, poi, si pompano di tutte le sostanze più nocive per diventare grossi, perché essere grossi è la religione malata del nostro tempo, devastare il corpo è il solo modo che abbiamo per adeguarci ad una società che ci vuole come non possiamo essere, magrissime le donne perché quello si vede sui giornali e in televisione e statuari gli uomini perché al cinema sono tutti così.

Per scrivere questo articolo sono incappata in diverse testimonianze di ragazzi giovanissimi che abusano di steroidi o che hanno abusato, alcuni, infatti, non lo fanno più. Ho evitato di scrivere “ne sono usciti” perché purtroppo dal doping non si esce: le conseguenze sono durature, gli effetti così devastanti e continuativi che è impossibile stare bene dopo.

Sono sostanze che vanno a scardinare gli equilibri ormonali interni, assunte da persone inesperte, non seguite da medici.

Ginecomastia, aggressività, impotenza, cefalea, tachicardia, alopecia, ipertensione, sterilità, acne, cancro sono solo alcuni degli effetti devastanti degli anabolizzanti e, purtroppo, sono difficilmente guaribili.

steroidi anabolizzanti effetti

Quando guardo questi ragazzi che, ora, vedo con altri occhi mi sale una rabbia pazzesca: possibile, mi dico, che non capiscano a cosa vanno incontro? Possibile che non riescano a comprendere la gravità delle loro azioni?

La giovinezza è quel periodo della vita in cui non si pensa alla morte, per questo i giovani si lasciano andare a comportamenti sbagliati pur amando vivere, è il periodo in cui non si pensa se non alla propria soddisfazione personale in barba a regole, buone norme e leggi esistenziali. Ma di doping, di steroidi anabolizzanti si muore e presto.

Questo pezzo è dedicato a voi ragazzi dagli sguardi velati di malinconia, ai vostri corpi “perfetti” per i quali pagherete o state già pagando un prezzo troppo alto. Ed è dedicato anche un po’ a me, al mio passato, a tutti coloro che hanno capito cosa sia la gioia di vivere sani, felici, lontani dai farmaci, lontani dall’abisso delle dipendenze