La vostra Personaggia riemerge dagli abissi per portarvi un bellissimo contributo da parte di una sua cara amica. Ovviamente si tratta di una grandissima divoratrice di libri che ha un suo blog personale (leggetelo, è bellissimo! Qui il link!) e che per gentilezza ci ha regalato una sua magnifica recensione. Il romanzo scelto da Lara è “Circe” di Madeline Miller, un bestseller che forse tutti avrete letto o almeno intravisto in libreria. Scopriamo insieme il suo punto di vista e, se vi va, lasciate un bel commento!

Un po’ di trama…
La storia di Circe la conosciamo tutti, la maga che trasforma i compagni di Ulisse in porci è rimasta nell’immaginario di molti di noi. Sappiamo che Circe è una maga e sappiamo che vive su un’isola. Forse qualcuno avrà pure pensato che Circe fosse una maga egoista che trasforma le persone in animali solo per il suo piacere. Tuttavia, leggendo questo libro ho scoperto un mondo intorno a questa figura, una quantità enorme di cose che non sapevo di lei e che la rendono magica, ma anche molto “umana”. Madeline Miller ha il pregio di aver allargato quell’orizzonte del mio immaginario che bloccava Circe sull’isola con Ulisse. E di averle dato una pienezza che va al di là della storia di Ulisse.
L’infanzia di Circe
Circe è figlia di Elio, dio del sole, e della ninfa Perseide e trascorre la sua infanzia tra titani, dei e ninfe in palazzi dorati. Viene discriminata sia per il suo aspetto che per la sua voce, considerati entrambi troppo poco divini. Nonostante sia figlia di un dio, sono anni difficili per lei, i rapporti con i genitori, in particolar modo col padre, e con i fratelli e con le altre divinità non sono tutto rose e fiori. Circe nutre fin da piccola empatia e compassione nei confronti delle fragilità degli umani, tuttavia questi sentimenti sono considerati strani e innaturali per una divinità, e questo la fa sentire diversa. Viene, per questo motivo, isolata dalla sua stessa famiglia. Dopo aver trasformato Scilla in un mostro, viene esiliata sull’isola di Eea.

La vita sull’isola
Eea è un’isola lontana e solitaria, dove Circe può finalmente essere se e stessa ed è qui che ci regala le sue numerose sfaccettature: maga, amante, madre, amica, nemica, combattente, fragile, ingenua, ma anche forte, coraggiosa, spietata.
Sull’isola Circe perfezionerà le sue arti magiche, frutto di lungo studio e dedizione, ma riceverà anche la visita di molti personaggi con i quali intratterrà relazioni di diverso tipo. Ma il senso di solitudine non la abbandona e le ninfe mandate a farle compagnia, lungi dal raggiungere tale scopo, al contrario la infastidiscono. Perché Circe è fragile sì, ma è anche spietata con chi non rispetta. Ha degli attacchi di furia di cui spesso si pente, non ha paura di nessuno, tanto meno degli dèi dell’Olimpo, ma vorrebbe essere amata.
La maternità sarà una svolta nella sua vita. La maga Circe diventerà più potente, ma la madre Circe sarà circospetta, protettiva, sempre all’erta per difendere il suo Telegono.
La storia di Circe si intreccia con quella di Ulisse sempre alla ricerca di quella pace che sembra non trovare mai, fino ad un finale inaspettato che chiude in modo a mio parere perfetto il cerchio della vita della maga.

Un po’ di opinioni random…
La cosa che più ho amato in questo libro è che la vera natura di Circe esce in maniera eclatante, una natura quasi più vicina a quella degli uomini che a quella degli dèei e ci fa sentire Circe quasi come una di noi. Certamente lei è anche una maga, ma è anche preda di ansie, paure, ira, delirio di onnipotenza, superbia, egocentrismo come molti esseri umani. Ed è fragile, ingenua, in cerca d’amore come molti di noi. Ed è questo, credo, il messaggio potente che Madeline Miller ci dà: i miti, alla fine, forse sopravvivono perché sono molto più vicini a noi di quanto immaginiamo. Circe, prima che maga, è donna, una donna costretta a vivere successi e fallimenti, amori e odi, paure e gioie, una donna che cade e trova la forza in se stessa per rialzarsi e ricominciare.
Azzardo a dire che trovo questo quasi un romanzo di formazione, in quanto vediamo in Circe un percorso di crescita, fino alla decisione finale, presa con consapevolezza e lucidità.
Voto: