“Era magra magra. La pelle avvolta come in una coperta da tatuaggi colorati. Distesa su un divano sgualcito a bere vodka e ad ingurgitare calmanti.

Guarda qui, come sono bella.

No, non l’avrebbe mai detto, avrebbe detto: guarda, guarda qui come sono brava, guarda come prendo quella nota.

E avrebbe riso, vedendosi ubriaca anche sul palco e, poi, calde lacrime le avrebbero rigato il volto e avrebbe pensato all’amore che aveva perduto e che rivoleva, lì su quel divano sgualcito dove erano successe tante cose, cose che lei ricordava tutte.

Poi, avrebbe chiesto silenzio: doveva fare LA MUSICA.

Amore, musica sono la stessa cosa, la fama no, la fama è qualcosa che uccide.

Qualcosa la stava uccidendo dentro e non era l’alcol, non erano i calmanti, la cocaina: era l’amore perduto, avuto e perso e mai ritrovato.

Ricordava quella sera piena di rose e, poi, i loro corpi uniti e svuotati come quelli degli amanti, di coloro che si sanno amare. I loro corpi vuoti erano stati pronti a rimescolarsi insieme, ad unirsi.

E che importa se il loro amore faceva rima con la morte?

Amy era stata una ragazza sobria e intelligente, un talento e adesso era lì, immobile, su quel divano a sghignazzare e piangere davanti ai suoi video su Youtube.

Piangeva perché non sapeva più fare LA MUSICA. Non esiste musica senza amore, ma Blake sarebbe tornato, le avrebbe di nuovo devastato la vita. Blake sarebbe tornato perché lui era lì, dentro di lei e poteva percepire il suo amore. Ad ogni sorso di alcol una lacrima le scavava il volto magro e dilatava quegli occhioni scuri, pozzi di tristezza e di solitudine.

C’è forse differenza tra sogno e realtà se il sogno è fatto di vita vissuta?

Se da quella vita non riusciamo a staccarci, se da quella vita non riusciamo a salvarci?

Stiamo affondando, avrebbe detto.

Avrebbe detto che l’amore è un gioco in cui si perde sempre ma, poi, avrebbe aggiunto che senza amore non si vive, non si canta, non si fa LA MUSICA.

Ossuta e sola, nella sua casa di Londra, è morta così Amy Winehouse.

E non c’è niente che mi faccia più male del fatto che sia morta senza amore.

Il suo unico amore.

Ciao Amy.”

THE STORY:

Amy Winehouse nasce a Londra da una famiglia di origini ebraiche il 14 settembre 1983. Da adolescente mostra di preferire la musica allo studio e ancora giovanissima viene espulsa da scuola. Il suo primo album, Frank, esce nel 2003 e raccoglie un’ottima accoglienza di critica e di pubblico grazie alla sorprendente voce “nera” di Amy. Tre anni dopo arriva il nuovo disco, Back to Black, lanciato dal singolo Rehab e ispirato alla musica dei gruppi vocali femminili anni ’50 e ’60: è con questo album che il successo di Amy si fa planetario. La critica la adora, il pubblico le fa scalare tutte le classifiche di vendita ed Amy conquista 5 Grammy (un sesto Grammy arriverà postumo). Eppure le complesse vicende sentimentali e personali dell’artista, segnate da drammatiche dipendenze, consumano giorno dopo giorno la sua vitalità. Il 23 luglio del 2011 Amy viene trovata morta nella sua abitazione di Londra. Il suo disco postumo, Lioness: Hidden Treasures, è uscito nel dicembre del 2011 e contiene brani nuovi e cover.

E ORA UN PO’ DI PUBBLICITA’:

Due anni dopo l’uscita nelle sale di SENNA, il regista inglese Asif Kapadia -affiancato da James Gay-Rees (producer) e da Chris King (editor)- torna a raccontare la storia di un’icona assoluta dei nostri tempi.

Presentato Fuori Concorso al prossimo Festival di Cannes, AMY è il film dedicato alla tormentata voce di Back to black, Amy Winehouse, e include immagini e filmati d’archivio inediti sull’intensa e carismatica artista, scomparsa nel 2011 a soli 27 anni per cause ancora non completamente accertate. AMY restituisce così aspetti meno noti della vita della cantante, tutti raccontati attraverso le sue stesse parole e la sua musica. Dopo la première di sabato prossimo a Cannes, AMY arriverà in Italia distribuito da Nexo Digital e Good Films il 15, 16 e 17 settembre per celebrare quello che sarebbe stato il compleanno della cantante, nata il 14 settembre del 1983. Le prevendite italiane apriranno proprio in occasione della presentazione al festival.

Il regista Asif Kapadia, già vincitore del BAFTA con Senna (il film dedicato al celebre pilota di Formula Uno), ha dichiarato “E’ successo qualcosa con Amy Winehouse. E io volevo capire come questo qualcosa potesse essere accaduto proprio davanti ai nostri occhi. Come può una persona morire così al giorno d’oggi? Non si è trattato di un episodio improvviso: in qualche modo sapevamo che sarebbe potuto accadere perché Amy stava percorrendo quella strada”.

Per realizzare il suo film Kapadia è partito dall’intuizione che potessero essere proprio le canzoni di Amy a creare la trama narrativa del suo lavoro. Del resto i testi della Winehouse erano sempre estremamente personali. Amy usava la scrittura in forma catartica, quasi fosse una terapia attraverso cui elaborare le emozioni più difficili. Continua Kapadia: “Tutto quello che dovevamo fare era svelare quei testi. Questa per me è stata la vera rivelazione: la scrittura di Amy. Tutti sanno come cantava, ma forse solo pochi si rendono conto di quanto scrivesse bene. Ha scritto testi e musica: tutto era suo”.

AMY sarà distribuito in Italia il 15, 16 e 17 settembre da Nexo Digital e Good Films in collaborazione coi media partner Radio DEEJAY, MTV e MYmovies.it.